Dioniso Folk Band: I Testardi Fiori Della Speranza

Napoli, L’Avana, Seul. C’è il mondo resistente di chi non si arrende nel lavoro d’esordio del combo napoletano. Un mondo nel quale, nonostante il proliferare dell’erba cattiva, I Testardi Fiori Della Speranza non smetteranno mai di crescere

Dioniso Folk Band

I Testardi Fiori Della Speranza

(Cd, Autoproduzione)

folk rock

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E’ dalla periferia nord di Napoli che prende il via l’assalto al cielo dell’ingiustizia sociale, della discriminazione razziale, dello scempio ambientale. E’ lì, infatti, che la Dioniso Folk Band prende corpo e sostanza più o meno un lustro fa. Senza noiosi comizi, senza fumose parole, senza innalzare barricate. Dotati solo della forza travolgente e propulsiva della loro musica, un genuino ed onesto folk, questo sì battagliero, capace di coltivare utopici desideri piuttosto che accendere fuochi di rivolta.

I Testardi Fiori Della Speranza, questo il titolo del loro primo album, ispirato tanto dalle suggestioni di Sepulveda (Il Mondo Alla Fine Del Mondo) quanto dagli scritti di Pirandello (Il Treno Ha Fischiato), racconta di un universo (minoritario, per la verità…) che testardamente continua a porsi dalla parte degli altri, di chi si batte, o si è battuto, per la conquista di un altro mondo possibile, come si diceva qualche anno fa.

Nelle dodici tracce, dieci inediti più due riadattamenti (davvero splendido il tradizionale bretone Le Grand Coureur, arrangiato e mixato in chiave mediorientale e partigiana, e La Badoglieide), la musica spazia tra echi di Sudamerica e tarantelle napoletane, fisarmoniche e violini irlandesi ed intimisti Pensieri Di Provincia. Sonorità trattate ed arricchite dall’esperienza di diversi artisti della scena napoletana ed internazionale come Gino Evangelista e Pasquale Ziccardi della Nuova Compagnia di Canto Popolare e Marzouk Mejri, già collaboratore di Eugenio Bennato e Daniele Sepe.

Figlia di quel filone musicale che ha visto nei MCR gli indiscussi progenitori, la Dioniso Folk Band si lascia ascoltare con piacere tanto che, sebbene la primavera tardi ad arrivare, alla fine è forte la volontà di aggiungere anche un nostro piccolo fiore alla speranza che qualcosa possa davvero cambiare.

Trovandoci davanti ad un’autoproduzione (con i problemi distributivi che questo comporta…), segnaliamo infine che i brani della band campana si possono ascoltare anche sulle web radio www.radioentropia.it e www.anbruradio.org.

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Ivan Masciovecchio
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