The Budos Band: Burnt Offering

Gli americanii The Budos Band con Burnt Offering vengono a incantarci con un disco dai mille rivoli stilistici, una frontiera sonora che veramente non conosce “dogane” d’ascolto

The Budos Band

Burnt offering

(Daptone Records)

psichedelia, rock

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BUDOS BANDGrandi cose in circolazione, forti impatti per le vostre orecchie e per le vostre inossidabili “chiccherie” musicali. Burnt Offering è il nuovo disco degli americani The Budos Band, il combo di State Island più contaminato e contaminante degli ultimi tempi, ensemble centrifuga che non conosce confini e occlusioni stilistiche, tutto va e viene con una energica e continua jam session protesa a riempire l’ascolto fino a farvi alzare da dove siete seduti e farvi scatenare in balli e danze frenetiche.

Vintage e moderno si susseguono come in una cinematica dinamica imprendibile, brani, sinfonie, frames, pathos, funk, jazz, etnico, R&B, psichedelica, afro things, metal e di tutto di più per una tracklist di undici brani che non conosce riposo, una sfilza di musiche che trascinano corpo e mente in un indefinito mondo di note e ritmi. In questo giro, la band statunitense vira in modo deciso verso sonorità più metallizzate, un “dirottamento” – mai pesante – verso lidi sabbathiani, a contatto con le frenesie di stampo Hawkwind (Iron Butterfly) senza disdegnare toccate e fughe nei cieli progressive crimsoniani, una scelta di gruppo che si può evidenziare in In the fog, Burn Offering, per arrivare all’hard rock che batte The sticks o nelle venosità doom di Aphasia.

Per essere il loro quarto album dimostra che la formula intrapresa vince su tutti i punti, una “strategia musicale” che – specie nelle immolazioni live – da il massimo di sé, e se poi vogliamo contare quell’alone psichedelico – Magus mountain e Tomahawk – che annebbia eccelsamente il tutto possiamo stare tranquilli che la pozione magica offerta dai The Budos Band è “roba buona” da mandare giù in un sol sorso e senza pensarci due volte.

Si, veramente buone cose in circolazione!

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Max Sannella
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