Beatrice Antolini: A Due

Pubblicato a due anni di distanza dall'esordio, il nuovo lavoro dell'artista marchigiana è un concentrato di suoni e visioni di enigmatica bellezza. Undici brani vibranti come saette impazzite, fragili ed energici allo stesso tempo, colmi di suoni, luci, ombre ed una disarmante sincerità

Beatrice Antolini

A Due

(Cd, Urtovox/Audioglobe, 2008)

art-rock

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Alla fine dei trentotto minuti di A Due, splendida seconda prova di Beatrice Antolini, la sensazione che si prova è quella di aver ascoltato almeno tre o quattro album messi insieme, tale e tanta è la carne messa sul fuoco dalla giovane artista marchigiana che fa della perfezione e della passione per il proprio lavoro il suo tratto distintivo.

Dalla seducente fiaba dark di New Manner, in cui Kurt Weill sembra incontrare Danny Elfman, fino all’ipnotico, magmatico, monumentale mantra di Taiga, le restanti tracce scorrono via veloci strattonando nervosamente tra ritmi sudamericani in salsa new wave (A New Room For A Quiet Life), classici lentoni anni cinquanta da ballare cheek to cheek (Clear My Eyes), leggeri schizzi di pop mutante (Pop Goes To Saint Peter), lisergiche e desertiche cavalcate (Secret Cassatte, Morbidalga). Davvero un notevole e personalissimo caleidoscopio sonoro, capace di evocare allo stesso tempo atmosfere e situazioni cinematografiche.

Animata dal sacro fuoco dell’arte, Beatrice Antolini ha firmato e arrangiato tutti i brani, suonando, inoltre, praticamente tutti gli strumenti, incidendo e sovrincidendo una quantità notevole di suoni ed effetti, supportata in fase di missaggio da Marco Jennifer Gentle Fasolo. Pur risultando carico di trama, però, A Due non dà mai l’impressione di essere eccessivo. I diversi passaggi armonici, i cambi di ritmo, i detour e le accelerazioni suonano come raramente ci è capitato di ascoltare, soprattutto a queste latitudini.

Se sarà in grado di gestire una personalità sicuramente di spessore ed un talento indubbiamente fuori dal comune, senza lasciarsi sopraffare da una sorta di delirio di onnipotenza che alla lunga potrebbe portarla a stancarsi, e a stancare, Beatrice Antolini ha davvero tutti i numeri per farne molta, di strada. Incrociando le dita, noi glielo auguriamo di cuore.

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Ivan Masciovecchio
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