Andrea Farri: Un gioco da ragazze

Andrea Farri conferma il suo talento compositivo donando alla colonna sonora di Un gioco da ragazze una propria anima, un’esatta identità che si manifesta anche senza l’ausilio delle immagini

Andrea Farri

Un gioco da ragazze

(Cd, CAM Records, 2008)

soundtrack

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Ci sono colonne sonore che hanno una loro personalità e altre che non possono essere giudicate se non in funzione delle immagini per le quali sono nate.

I venticinque brani che compongono la soundtrack di Un gioco da ragazze sembrano, al primo ascolto, destinati a raggiungere le seconde, tranne poi mostrare – dopo alcuni passaggi – il loro cuore e la propria identità, anche rimanendo separati dalla pellicola diretta da Matteo Rovere.

Questo perché Andrea Farri – giovane musicista, classe ’82, col vizio del piccolo capolavoro – assembla temi, canzoni e brevi inserti trovando la giusta amalgama all’interno di un discorso complesso, multiforme. Farri alterna la sua passione per il classicismo – inserendo molte figurazioni di pianoforte, spesso struggenti e in tono minore – con la modernità assoluta della musica elettronica, fino a sfociare nei ritmi convulsi della techno. Nell’economia generale del disco è determinante il ruolo svolto dagli archi, che intervengono più volte a coprire il tutto con una luce dalle fattezze sinistre, e risultano fondamentali sia l’emozionante brano firmato dai Giardini di Mirò (The Soft Touch of Berlin Guitarfalling), che il pezzo conclusivo (Nell’aria) affidato dalla voce vellutata di L’Aura.

L’unica pecca di Un gioco da ragazze va rintracciata nella sequenza dei brani proposti, non proprio azzeccata e destinata a un ascoltatore paziente, dato che l’eccessiva diversità di stili farebbe perdere il filo anche a un certosino.

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