Traitrs: recensione di The Entity

I canadesi Traitrs con The Entity tengono vivo quel suono oscuro a cavallo tra sonorità oniriche, atmosfere dark e synthpop.

Traitrs

The Entity

(Freakwave – Pleasence Records)

post-punk, wave, coldwave

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I Traitrs nascono a Toronto nella metà degli anni 10 di questo secolo. Sean-Patrick Nolan e Shawn Tucker sono due amici con la stessa passione per la musica alternativa: amano la darkwave, il post-punk, il gothic rock, ma anche il metal, il punk e l’industrial, la musica elettronica e lo shoegaze. Decidono di formare un gruppo con Shawn alla voce, basso e chitarra elettrica e Sean alle tastiere synth.

The Entity è uscito in digitale e in un formato fisico limitatissimo: solo 25 esemplari in due audiocassette, corrispondenti agli ultimi 2 album, ossia Butcher’s Coin del 2018 e Horses in The Abbatoir del 2021. Oltre alle due cassette è formato da un sacchetto che racchiude vari oggetti: una crema balsamo per le labbra all’aroma di arancia e un piccolo barattolo con dentro ossa e denti di roditori ed uccelli, mosche morte, cera, sale dell’Himalaya, cristalli curativi, petali di rosa, rosmarino. Attorcigliati al barattolo ci sono dei crini di cavallo ed una chiave dorata. Viene considerato come un amuleto, un talismano con doti taumaturgiche. In effetti sembra materiale da streghe ed è in linea con l’interesse per la magia e l’occulto dei nostri ma è anche un prodotto naturale “animal safe”, si specifica che non ha sofferto nessun animale. Sean e Shawn sono due vegetariani, infatti entrambi gli album richiamano gli Smiths di Meat is Murder, sempre presente nei loro ascolti con il tema della sofferenza causata da macellai e mattatoi.

I Traitrs sono appassionati di film dell’orrore anni 70 e 80, amano i registi italiani Fulci, D’Amato, Bava, Argento. L’amore per le atmosfere dei film dell’orrore lo si può vedere anche nei videoclip, ma soprattutto nelle liriche e nella veste grafica dei loro album.

Butcher’s Coin nasce come concept album dedicato ad una casa degli orrori che si vede sul retro della copertina. In questa casa hanno vissuto varie generazioni e famiglie che sono state  vittime di tragedie. Il bianco e nero sfocato rende il tutto più inquietante come le figure che si affacciano alla finestra o stanno in piedi davanti alla casa. Le sonorità sono meno tribali e post-punk, sono maturati rispetto agli esordi a detta loro lasciando da parte quel  gothic rock alla Southern Death Cult.

Ci sono episodi più elettronici che si alternano a pezzi più post-punk. Pale ricorda con la sessione ritmica della suo intro A Strange Day dei Cure. Le tastiere algide richiamano le atmosfere dei primi Clan Of Xymox e la coldwave.  Skinning rimanda anche alla new wave anni ’80 ed ai primi combattivi U2, si parla di guerra fredda.

L’altro album contenuto nel cofanetto, Horses In The Abbatoir, è uscito nel 2021 ed è stato scritto durante il periodo di pandemia. I testi parlano di sofferenza, isolamento, depressione, paranoia e morte e del passare inesorabile del tempo. Nel titolo dell’album, cavalli al mattatoio, c’è il riferimento alla cattiveria dell’uomo che uccide gli animali ed ogni specie vivente ma anche all’ “homo homini lupus” che cerca di danneggiare sempre l’altro uomo.

Concludendo, i Traitrs portano avanti un discorso musicale sicuramente derivativo ma non privo di interesse, che contribuisce a tenere viva un’estetica cara al cinema di casa nostra, senza dimenticare contenuti animalisti. Non poco in tempi di frivolezza imperante.

 

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