The Jains: The Holy Changing Spirit!

Ritorna il duo formato dalla VJ Kristen Reichert e dalla batterista Anna Di PIerno, con un disco duro e deciso. Ecco cosa succede quando l’altra metà del cielo prende in mano una chitarra

The Jains

The Holy Changing Spirit!

(Cd, Acid Cobra)

rock

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La musica è in crisi. I dischi non si vendono, le etichette chiudono, la produzione musicale si sta generalmente convertendo al pop. Ma è proprio quando il sistema è più debole che bisogna attaccarlo dall’interno, è questo è stato capito soprattutto dalle musiciste donne.

Negli ultimi anni i gruppi femminili, oppure guidati da una donna, si sono imposti nella scena rock, dimostrando che il gentil sesso, all’occorrenza, sa essere meno gentile e più incazzato di quanto ci si potrebbe aspettare. Anche in Italia qualcosa si sta muovendo, come dimostra l’ultimo album delle Jains.

Il duo, formato dalla VJ Kristen Reichert, qui in veste di cantante e chitarrista, e dalla batterista Anna Di Pierno, nella sua breve carriera ha già sfornato un paio di dischi, nei quali la carica delle due ragazze, sebbene non ancora incanalata in un sound del tutto convincente, era già notevole. In The Holy Changing Spirit! la musica cambia. Sarà merito dell’ottima produzione affidata ad Amaury Cambuzat, leader del gruppo post-rock degli Ulan Bator, fatto sta che il sound delle Jains è più deciso e maturo, e non ha paura ad alternare le predilette sonorità rockettare a un sound più docile e riflessivo.

Specchio fedele dello spirito della band è 4 Days After The Rain, un rock ubriaco che grazie agli arrangiamenti essenziali riesce a mantenere una certa compostezza. Lo stesso sound malato, fatto da pochi accordi sporchi trascinati sopra una voce ruvida e intrigante, si ritrova anche nella viscerale No Limits e nella sfacciata Go Slow, per poi assumere toni più sensuali in Come Back To Life.

Il disco diventa inaspettatamente delicato con la ballata Holy Changing Spirit e con Find Your Way, sognante ma allo stesso tempo dolente grazie alla voce cupa della Reichert, anche se il momento migliore viene raggiunto con Light Above My Head lenta, con un’apertura blues e dei cori gospel sporcato da ruvide chitarre rock.

Le Jains devono definire meglio la propria fisionomia, ma The Holy Changing Spirit! è nettamente migliore rispetto ai loro dischi precedenti, e questo è un ottimo segno: grinta e voglia di farcela di certo non mancano. Ebbene sì, anche l’Italia ha le sue cattive ragazze.

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Sofia Marelli
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