Soulsavers: Broken

Il duo dei Soulsavers alla seconda collaborazione con Mark Lanegan. Tredici brani colmi di dolore e di incanto, con un ispirato Lanegan che dà il meglio di sè

Soulsavers

Broken

(Cd, V2)

alternative rock

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Soulsavers-BrokenIn molti si chiedono se Mark Lanegan abbia troppa ispirazione oppure, al contrario, ne abbia troppo poca. Sembra infatti che l’ex leader degli Screaming Trees, dopo la pubblicazione nel 2004 del suo settimo album da solista, Bubblegum, preferisca collaborare con altri musicisti piuttosto che lavorare in modo autonomo. Ha infatti preso parte a molti progetti musicali, quasi tutti di grande successo: Queens Of Stone Age, Isobel Campbell, Gutter Twins. E allora, chi è Mark Lanegan? Un mezzo fallito che tenta di nascondersi dietro alle idee degli altri oppure un mezzo genio dalla dirompente creatività, che vuole mettere a disposizione di validi musicisti il proprio talento? Noi propenderemmo per quest’ultima ipotesi, soprattutto dopo aver ascoltato Broken, disco dei Soulsavers a cui Lanegan ha prestato voce e testa, ripetendo così la fortunata collaborazione, datata 2007, di It’s Not How Far You Fall, It’s the Way You Land.

Basta che Mark Lanegan apra bocca per marchiare a fuoco ogni canzone, con la sua pastosa voce da crooner che percorre con misurata intensità sia i brani più marci, dominati da metalliche raschiate di chitarra, sia quelli più puliti, nei quali la cupezza di Lanegan viene bilanciata da una melodia dolce, affidata a un delicatissimo pianoforte e ad un’eterea voce femminile.

Tra i pezzi più dissonanti e rudi primeggia Umbalanced Pieces, un’ossessiva ripetizione di suoni distorti scanditi dall’allucinata voce di Lanegan. Si cambia nettamente registro con le chitarre dilatate e aperte di Some Misunderstanding, in cui il cantato assume delle increspature più chiare e pacificate del solito.

Punte di rassegnato dolore sono aggiunte con You Will Miss Me When I Burn, dove un desolato Lanegan  ripete “When You Have No One, No One Can Hurt You”, accompagnato da spogli accordi di pianoforte.  I brani finali sono essenziali e sofferti, come Praying Ground, affidata ad un’affranta voce femminile, e Wise Blood, una straziante composizione d’archi.

In questo disco sono presenti tutti i registri della malinconia e della disperazione, presentati con grande sobrietà, senza orpelli inutili. Merito del tocco di Mark Langan che, prestando ai Soulsavers la sua inconfondibile voce, ci dà una nuova visione del proprio malessere.

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Sofia Marelli
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