She Sir: Go Guitars

Il quartetto Texano dei She Sir sdogana Go Guitar il disco della loro personalità allargata, in cerca di luce propria

She Sir

Go Guitars

(Shelflife)

dream-pop

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she sir_Il dream-pop è una di quelle atmosfere impalpabili che sembrano regali inaspettati, quelle emozionalità leggere e stuzzicanti che paiono buttate là su un tavolo dove raccoglierne anche le parti più nascoste, le più levigate. E su questa lunghezza d’onda si postano anche gli She Sir, formazione di Austin che con Go Guitars cercano di ritagliarsi una quadrato di luce propria, dopo svariati Ep e tour di supporto, e a sentire queste tracce (dieci) sembrano li per li per agguantare l’ascolto con l’A maiuscola, sempre ascoltandoli primariamente con la dovuta “decantazione”.

Dream-pop sfumato in gaze, oscurità e liquidi pads, voli e atterraggi vibratili, sono la cifra stilistica di questa band, dove la voce di Russell Karloff è gonfia di malinconia e sapori nostalgici, una appannaggio retrò che comunque si fa largo nella sua totale piacevolezza; trace senza tempo in cui si muovono retaggi ispiratori che vanno dai Nothing ai True Widow, ma anche molta personalità propria, specie quando il quartetto texano si rimette agli echi rarefatti di Bitter bazar o alle onde elettriche che cesellano Mania mantle.

Disco per stati d’animo a mezz’aria, buono per queste giornate dal tempo incerto e dai sentimenti basculanti, e la doppietta Warwimming, Snakedom può benissimo rialzare la temperatura dei vostri cuori quel tanto che basta per tornare a ritrovarvi.

 

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Max Sannella
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