Sextum Sepulcrum: Opus I – Dona Eis Requiem

E' una storia quella che ci vogliono raccontare i Sextum Sepulcrum e questo Opus I è solo la prima parte di questo concept che ha come sottofondo quella che è la vera essenza dell' heavy metal. Un ottimo lavoro e, come si dice, chi ben comincia è a metà dell'opera.

Sextum Sepulcrum

Opus I – Dona Eis Requiem

(Cd, Autoproduzione)

progressive metal

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Sextum Sepulcrum- Opus I - Dona Eis RequiemC’era una volta la storia di una donna che, trovatasi sola, abbandonata nel momento di far nascere e di allevare suo figlio, si affida ed affida il suo piccolo alle cure di un padre spirituale che cerca di far crescere il bambino così com’è la donna che lo ha messo al mondo: timorato e religioso. Ma il bimbo, crescendo, prende una strada diversa. Una strada dove la religione lascia il posto ad un pensiero libero da ristrettezze e canoni. Venendo così espulso dalla chiesa e lasciando sua madre nel dolore. Madre che lo ritrova dopo nove anni ma che lo perde di nuovo a causa delle loro idee così differenti. Ed il dolore è tanto da portarla al suicidio. E quel prete che gli ha fatto da padre, al momento di seppellirla, giura a sé stesso che avrebbe reso giustizia a quella donna. E, così, uccide suo figlio anch’esso, ormai, distrutto dal rimorso ma anche dal dispiacere nel vedere persone accecate da preconcetti troppo saldi ed indistruttibili. E questa è la storia che quel prete, ormai vecchio, si trova a raccontare ad un suo discepolo in punto di morte. Discepolo che, a sua volta, sceglie di intraprendere la strada già percorsa da quel ragazzo, prima di lui.

E questa, in breve, è la storia che ci raccontano i Sextum Sepulcrum nel loro Opus I – Dona Eis Requiem. Un album che è soltanto il primo capitolo di quello che vuole essere il loro concept Progetto Requiem. Una storia che si mescola a melodie empatiche. Melodie che riescono a creare un’atmosfera fumosa ed irreale dove i protagonisti vivono e soffrono le loro tragedie. Una storia che ci racconta il punto di vista di sette ragazzi che sono in grado di affrontare tematiche laiciste in un modo personale ed assolutamente non scontato a cui possono prestare orecchio anche coloro che non condividono questi stessi ideali.

Il tutto immerso in quella che è la vera essenza dell’heavy metal. Suoni cupi e potenti di assoli graffianti che diventano dolci e drammatici se sciolti su tastiere delicate ed auliche. In un mondo dove anche la voce, modulata ad arte, non fa altro che accrescere il pathos.

Un ottimo ed elaboratissimo lavoro quello dei nostri Sextum Sepulcrum. Un lavoro di cui aspetteremo con ansia il seguito.

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