Jaakko Eino Kalevi: recensione disco omonimo

Il finlandese Jaakko Eino Kalevi con il suo omonimo disco scioglie un pop stratificato dai mille timbri atmosferici, caldo e freddo in una tracklist rilassante e pregna di nebbia electro-waveing

Jaakko Eino Kalevi

s/t

Weird World

electro-pop

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Jaakko_Eino_Kalevi_Album_Cover_ArtSe vi piacciono i simbolismi astratti, le personalità leggiadre e fredde nello stesso istante, quello stratificato “natural born weirdo” che circonda Chris Rea, Connan Mockasin, Ariel Pink e giù di li, sicuramente entrerà anche nelle vostre grazie questo artista finlandese, Jaakko Eino Kalevi, 31 anni, prima autista di bus ad Helsinki e ora musicista psichedelico, legatore di un chill out 80’s con una lisergia ovattata, dentro una bolla di sapone tenue e fragilissima.

Dieci tracce per un registrato omonimo di ottima personalità, molte le influenze che girano dentro questa bella tracklist, ulteriore momento sonoro per rilassarsi da tutti e tutto, un suono totale dreamy che liscia ed accarezza i sensi e stabilizza una vera confidenza con l’orecchio affabile e piena di grazia, senza mai risultare scontata; chitarre sporadiche, lineamenti prog, sintetizzatori gentili, piccole atmosfere nebbiose e un pizzico di arieggiante new age sono il carico sonoro di un disco vaporoso e stuzzicante che farà colpo.

Dinamiche e direttrici a zig zag tra luminescenze e buio, una strategia sonora che è illusionismo e piacere e che nelle navigazioni amniotiche di Double talk, Mind like muscle, Don’t ask me why ha le sue parti sofisticate, mentre nel funk pop di Say, nelle sensazioni Motown Room e nella pennellata waveing finale di Ikuinen purkautumaton jannite il contropeso “mosso” il giusto per un equilibrio sistematico di belle cose.  Consigliato a tutti!

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Max Sannella
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