Gioacchino Turù e Vanessa V.: Il Crollo Della Stufa Centrale

Un cd in cui irriverenza e nonsense fanno da padrone. Il Crollo della Stufa Centrale è un dsico fatto di testi irriverenti, tastierine giocattolo e batteria elettronica ad 8-bit

Gioacchino Turù e Vanessa V.

Il Crollo Della Stufa Centrale

(Cd, From Scratch Records)

electro-pop

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Il Crollo Della Stufa CentraleE’ eclettico e irriverente questo Gioacchino Turù che propone fin dagli esordi dei progetti di elettronica freak  e naif. Dopo il cd datato 2004 Gioacchino Turù esegue Filter Walter, inizia la collaborazione con Vanessa V. che ha invece trascorsi in formazioni punk-iodl del sud tirolo.

Esce così nel 2006 un’anteprima dell’attuale album, chiamata inizialmente C’è chi è morto sul tagadà. Il cd esce invece ufficialmente nel 2009 sotto il titolo Il Crollo Della Stufa Centrale dove sono presenti brani nuovi e brani già inclusi nel precedente album.

Inizia con In Bocca l’album di Gioacchino Turù e da subito si capisce di che pasta è fatto. Testi irriverenti, volgari, nonsense; elettro-pop basilare suonato con tastierine giocattolo e batteria elettronica ad 8-bit, pifferi e groove box.

La sensazione è quella di voler sfruttare la scia di successo de Il Genio che ha fatto furore con la sua Pop Porno, ma ricordando che la maggior parte dei brani era già stata presentata nel 2006, si capisce che il tentativo è invece quello di voler essere alternativi a tutti i costi.

Lego Lagher è una marcetta seguita da Anni 60 che potrebbe apparire come una filastrocca per bambini non fosse per i testi. A seguire Marco Prandi uno dei brani più interessanti dell’intero cd.

L’album procede con canzoni molto simili fra loro dalla durata variabile fra il minuto scarso ed i 3 minuti. Qualche sprazzo di genialità c’è, a tratti si potrebbe notare un modo di cantare simile a quello di Rino Gaetano, di Jannacci, di Bugo, ma purtroppo per Gioacchino Turù, gli artisti appena citati hanno uno spessore troppe spanne sopra, così come i testi.

Di brano in brano la sensazione che tutto sia troppo teatrale e costruito senza naturalezza aumenta sempre più e nonostante si riconosca una spiccata vena creativa al cantautore, di questa opera c’è poco da salvare.

Di livello molto superiore agli altri brani dell’album è la conclusiva Venditori, con un testo molto ironico e una melodia molto piacevole nel refrain “sognano le Hawaii , non ci andranno mai”.

Un cd probabilmente più adatto ad esibizioni live (sempre se accompagnate dalla giusta teatralità che ci si aspetta) che all’ascolto.

www.myspace.com/gioacchinoturu

www.turu.it

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Fabio Busi
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