Evasio Muraro: O Tutto O L’Amore

L’ex leader dei Settore Out torna con un nuovo lavoro carico di poesia, infinita dolcezza ed omaggi d’autore. O Tutto O L’Amore si presenta così: prendere o lasciare. Senza compromessi. E senza paura di pescare dal passato le immagini migliori per raccontare questo triste presente

Evasio Muraro

O Tutto O L’Amore

(Cd, Fragile Dischi/Universal)

canzone d’autore

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Il cinema ce lo ha insegnato. Davanti al banditesco aut aut “o la borsa o la vita”, normalmente, è sempre preferibile difendere la seconda sacrificando la prima. Ci penseranno poi i buoni, a cavallo o meno, a ripristinare verità e giustizia. Diventa sicuramente ben più complicato, invece, fare la cosa giusta nel caso in cui la scelta riguardi O Tutto O L’Amore, come ci racconta Evasio Muraro nel suo secondo, raffinato lavoro.

Un album carico di poesia, giunto ad un anno dalle precedenti (ed apprezzate) Canzoni Per Uomini Di Latta. Undici tracce distillate con grazia e voce profonda, musicalmente incentrate sui delicati arpeggi della chitarra acustica suonata dallo stesso Muraro ma contestualmente lasciate aperte ai contributi di alcuni validi artisti, a cominciare dalle tastiere dell’ex Verdena Fidel Fogaroli (qui coinvolto anche in veste di produttore artistico) e dalle percussioni di Stefano Bertoli.

Brani inediti, insieme quadretti di vita vissuta in prima persona intelaiati con schegge d’esistenza sfiorata casualmente al bancone di un bar, ai quali si aggiungono la rivisitazione di due canzoni del passato musicale del cantautore lombardo (Vivo, tratta dal suo primo disco solista e Se, pescata dall’album inedito dei Settore Out Fantasmi ed ispirata ad un frammento di Stefano Edda Rampoldi) oltre ad uno straordinario tris re-interpretativo che da solo vale l’ascolto: la Ballata Dell’Estate Sfinita di GianCarlo Onorato, l’italianizzata Se Perdo Anche Te di Neil Diamond (resa nota da Gianni Morandi ma in questa versione ispirata a Johnny Cash), e O Cara Moglie del compianto Ivan Della Mea, splendida e lungimirante messa in scena di un interno familiare alle prese con i drammi del (non) lavoro, scritta quarant’anni fa e purtroppo più che mai di strettissima attualità (leggi alla voce Fiat di Pomigliano d’Arco).

Un disco di grandissima intensità, sospeso e liquido, che non ha paura di ridersi addosso, di aggrapparsi ai sogni, di guardarsi dentro chiudendo entrambi gli occhi. Poco più di quaranta minuti che restano imbrigliati nell’anima, che ci mettono con le spalle al muro proprio per aiutarci ad uscire dall’angolo nel quale ci siamo rinchiusi. Che sia O Tutto O L’Amore, purché sia vita.

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Ivan Masciovecchio
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