Black Eyed Dog: Rhaianuledada (Songs to Sissy)

Un album folk alla vecchia maniera, fatto di ballate strappalacrime, pianoforti e chitarre acustiche. Ma non solo.

Black Eyed Dog

Rhaianuledada (Songs for Sissy)

(Cd, Ghost Records/Audioglobe)

folk

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black eyed dogFabio Parrinello, deus ex machina del progetto Black Eyed Dog, sa far leva sui propri pregi.

Rhaianuledada (Songs to Sissy) è infatti un album affatto esente da pecche, ma che nel suo complesso riesce a coinvolgere l’ascoltatore.

Colpisce su tutto la non eccessiva originalità compositiva del trentenne folk-singer lombardo, ma una conoscenza profonda degli stilemi del genere e il gusto arrangiativo che contraddistingue questi brani sono un valore aggiunto non trascurabile

Poco importa, allora, se aleggia qui e là il fantasma di Nick Cave (l’uso dei cori in Salina’s, le melodie sull’impianto bluesy di Honeysuckle Gal) o se la costruzione di certi arpeggi di chitarra richiama in maniera evidente il Nick Drake di “Five Leaves Left” (I Got You In, Angel Eyes).

Il punto di forza di Parrinello sta nello scegliere le soluzioni giuste per far funzionare i suoi pezzi: dai ritmi jazzati che accompagnano l’opener Roses allo struggente dialogo fra violino e chitarra elettrica che impreziosisce i pochi accordi di Drink Me, dal clarinetto della già citata Honeysuckle Gal fino all’uso impeccabile dei registri alti del pianoforte in Lazy B.

L’interpretazione vocale appare a volte un po’ forzata nella dizione anglofona, ma si nota un’apprezzabile varietà di sfumature, sebbene ci sembra che Fabio sia più a suo agio coi toni profondi che con quelli graffiati.

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