Asian Dub Foundation: More Signal More Noise

Gli apolidi felici Asian Dub Foundation tornano con More Signal More Noise, il baccanale world di cui sono portatori sani di felicità, frenesia di libertà e tutti i colori di una umanità da riscattare

Asian Dub Foundation

More Signal More Noise

(Believe Recording)

electro, world, drum ‘n’ bass, breakbeat

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Asian Dub FoundationCon la produzione di Adrian Sherwood, torna sulle scene il boato immaginifico di una delle formazioni che più al mondo hanno fatto saltare in aria corpi e menti in quel beato crogiolo di stili, suoni e campionamenti, ovvero i grandi Asian Dub Foundation capitanati da Steve Chandra Savale (leggi la nostra interista).

In questo nuovo More Signal More Noise, con i Gandu Circus di Calcutta e il flauto e il beatbox inverosimile di Nathan “flute” Lee (già con Prodigy), l’esplosione è garantita:  tra curcume, incensi e stupende fusion di bangra, tablas, drum’n’bass, beat elettronici, reggae dubbing, hip hop, punk e chi più ne ha più ne metta, una convulsione totale di mondi aperti fa della world music un panorama ancora tutto da scoprire, sperimentare.

Undici tracce di argento vivo, un fiume in piena di stili e timbri che mette paura per la magia esaltante che trasmettono, caleidoscopio di sangue e vita che si mette in circolo per farti ballare a loop, una straordinaria energia galvanizzante e fantastica che ti avvolge, ti stritola, e ti succhia l’anima coi suoi tentacoli sonici.

Da vent’anni contro ogni forma di omologazione politica e stilistica, gli Asian Dub Foundation seguitano a deflagrare set e stage con una potenza mai sopita, tribalità e tecnologia, in una unica soluzione sono le costanti e marchio di fabbrica del quintetto britannico che emana tensione e accumula tremori; il progressive con l’ancia infuocata Zig zag nation, il noise rock Blade ragga, giamaica e beatbox in una corsa frenetica Flyover, l’eco reggae mistico di Semira o la Bollywood effervescente che sprigiona Hovering, tutto fa parte di uno spettacolo di visioni e sensazioni a pelle che questi saltimbanchi colorati e “felicemente apolidi” caricano sulle nostre voglie di libertà no global.

 

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Max Sannella
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