The Slackers: Self Medication

Divertente ska, contaminato con vari generi e suggestioni, per passare un po’ di tempo in allegria

The Slackers

Self Medication

(Cd, Indication Records,)

ska

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slackersEsotico come il reggae, scanzonato come lo ska, freneticamente garbato come il rock americano degli anni Cinquanta, elegante come il jazz, strappalacrime come il pop dolciastro. Self Medication, undicesimo lavoro in studio della ska band newyorchese dei The Slackers, passa da un registro all’altro con assoluta nonchalance, declinando la formula base della musicalità ska in tutte le sue possibili varianti.

Il risultato è un disco caleidoscopico, dove i sapori, gli odori, i sentimenti più disparati si uniscono in un debordante tourbillon musicale, il quale non manca di regalare dei momenti piacevoli.

Al repertorio del più canonico rocksteady appartengono Every Day is Sunday, Happy Song e Sing Your Song, mai banali grazie alla contaminazione con elementi jazz e pop. Gli arrangiamenti e il ritmo si avvicinano vistosamente al reggae in Eviction e in Estranged, circondate da un alone di plumbeo misticismo a causa degli organi funerei e dagli arrangiamenti vocali oscuri.

Esulano dal contesto ska preso nella sua totalità Stars, che saprebbe di nenia tutta zucchero e canditi, se non fosse per un efficace intreccio di fiati e chitarra elettrica che la rendono poetica e stralunata, simile a certe ballad dei Beatles, e Don’t Have To, un divertissement in bilico tra gli arrangiamenti jazz e una melodia rutilante da rock song anni Cinquanta, à la Elvis Presley.

Ad ascolto finito, Self Medication si dimostra un disco divertente e volutamente sgangherato, senza brani memorabili ma in grado di far passare attimi di pura spensieratezza, che solo lo ska fatto bene sa regalare.

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Sofia Marelli
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