Nomansland: stEP_01

Il demo di presentazione dei bolzanini Nomansland: rock alla Muse, raffinate melodie, ma ...

Nomansland

stEP_01

(Cd, Autoproduzione, 2007

rock

6/10

Dalle fredde montagne della vallata altoatesina, terra tradizionalmente germanofila per lingua e cultura, arriva una band che invece fa della composizione di testi in italiano il suo pezzo forte. Si tratta dei bolzanini Nomansland, i quali da poco hanno prodotto il loro primo demo di presentazione dal titolo emblematico di stEP_01.

Ho voluto subito porre in rilievo la bravura nella composizione dei testi perché è sicuramente questa la virtù principale dei Nomansland. Non che si tratti di capolavori di poesia, tuttavia le immagini e le suggestioni evocate dai versi di queste cinque tracce sono piuttosto accattivanti. Ma soprattutto, la musicalità raggiunta è davvero buona. Le parole si accostano tra di loro in maniera efficace e le frasi si adagiano sulla struttura ritmica dei brani alla perfezione Tutto ciò è sicuramente il risultato di un pregevole lavoro di finitura effettuato sulle melodie e sugli arrangiamenti del cantato del leader Doc, il quale, peraltro, mostra bravura e personalità.

Passiamo ora all’esecuzione. Diciamo anzitutto che il demo è suonato benissimo. Non è facile suonare in cinque, ma i Nomansland ci riescono alla grande: il sound prodotto è ben amalgamato e mostra una certa personalità, soprattutto nei suoni delle chitarre. Per quanto riguarda le tastiere, invece, ho da fare qualche riserva: hanno un suono un troppo plasticoso, evocante gli anni ’80, che un po’stride con gli altri strumenti, più votati alla contemporaneità.

Fin qui i pregi dei Nomansland. Se invece cominciamo a parlare della struttura compositiva dei brani, i nostri ragazzi bolzanini mostrano qualche lacuna. I cinque pezzi sono un po’troppo semplici nella loro ripetitiva struttura strofa-ritornello-strofa-ritornello-variazione-ritornello. Inoltre i giri d’accordi sono piuttosto banali e scontati soprattutto nei refrain. Per questo le canzoni, anche se eseguite in maniera perfetta e con un sound meritevole di attenzione, non prendono mai il volo. Insomma, manca quel qualcosa in più che dovrebbe portare più originalità a questo demo.

Tutto ciò è evidente nella melodica Sorridente e Danzante o nel giro wave di Latoscuro. Quest’ultima tuttavia ha un’energia ed una passione non indifferenti nei ritornelli. Molto meglio il pezzo di apertura, Muri di Carta, una canzone romantica, ma nel senso filosofico del termine, il quale mostra in maniera estremamente efficace l’eccessiva devozione che i Nomanslad nutrono per i Muse. Per quanto riguarda Il Baco è il brano in cui maggiormente si riscontra la bravura di questa band nella composizione dei testi e delle linee melodiche. Chiude stEP_01 la dolcissima Feedback, davvero un bel pezzo, con i suoi accordi suadenti, il cantato alla Tom Yorke e le leggere note di pianoforte. Ma è ancora l’impegno nell’elaborazione della melodia a risaltare maggiormente.

Sicuramente stEP_01 è una bella prova d’esordio per i Nomansland, ma, come ho già detto, manca quel qualcosa in più in originalità e creatività nella composizione dei brani. Tuttavia la loro bravura nell’esecuzione e la raffinatezza degli arrangiamenti procurerà sicuramente ai Nomansland i meritati e facili consensi di chi si accontenta di poco nella ricerca musicale. Ragazzi: se questo è il vostro obiettivo continuate pure così. Altrimenti, di strada da fare ne avete ancora molta! A voi la scelta.

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Ugo Mancini
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