Marilyn Manson & Rob Zombie: recensione concerto Bologna, 12 dicembre 2012

Un commento a voce, uno sfogo, una cronaca, più che una recensione vera e propria, per l'unica tappa italiana dei gemelli del male: Marilyn Manson e Rob Zombie

Marilyn Manson & Rob Zombie

Unipol Arena, Bologna, 12 dicembre 2012

live report

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Rob Zombie e Marilyn Manson: i gemelli del male in azione ieri sera nella loro unica tappa Italiana a Bolonia come urlavano alle migliaia di ragazzi in nero, rilucenti di bracciali, borchie, giubbotti, tatuaggi e capelli tinti, provenienti da ogni angolo della penisola. In plate accenti romani sardi, pugliesi, toscani e naturalmente emiliani.

Unica data scelta per il Belpaese il 12/12/12. Che sia per il micidiale massimo comun divisore 666? Il numero del diavolo? Certo e loro sono i gemelli del male quindi si raddoppia la diavoleria del 666 per arrivare alla giusta data! Peccato il concerto sia iniziato alle 20.00, orario poco infernale, invece che alle 12 in punto; sarebbe stato un mezzogiorno di fuoco ancor più cabalistico ma meno funzionale al rock duro!

Negli Stati Uniti e in giro per il mondo il Reverendo Manson ormai non agita più masse di contestatori disposti a ogni azione anche violenta pur di non farlo cantar; ma qui da noi qualcuno è rimasto un po’ ancorato alle tradizioni e ha organizzato una veglia di preghiera riparatoria al concerto stile “foot loose”; si è pregato in contemporanea all’ingresso di Manson sul palco dell’Arena chiedendo pietà per quell’uomo e i suoi ammiratori.

Forse non tutti sapevano che anche lui, l’ex Anticristo, ha una moglie bella e sexy con cui ha litigato e dalla quale si è recentemente separato chiedendo l’affidamento esclusivo dei pipistrelli e dei pitoni di casa. La madre del cantante l’ha presa male ma lo ha consolato esattamente come fanno le nostre, mentre la suocera, agguerritissima, lo ha rincorso e se avesse avuto un mattarello per pasta fresca lo avrebbe forse bernoccolato di santa ragione sulle corna luciferine. Una santificazione vera: legno, non metallo.

Vogliamo rassicurare tutti quanti: al concerto ieri sera Satana non si è presentato, forse era occupato in qualche altro palazzetto dello sport.

C’erano invece luci, palloncini enormi che danzavano nel parterre, un impianto scenografico con megaschermi video, robot e torri meccaniche, fumi da impatto visivo mozzafiato anche se molto forse troppo Las Vegas-style per i nostri gusti europei.

Uno spettacolo solido, ben confezionato, emozionante e coinvolgente. L’acustica ha funzionato alla grande senza ledere troppo i timpani dei presenti. Decibel sotto controllo ma non le gambe e le teste del pubblico in perenne movimento ritmico.

Il gesto rock delle corna dita erette, indice e mignolo con supplemento di pollice per sopramercato a segnalare appartenenza e ribellione. Ribellione danzante e del tutto pacifica. Baci tra ragazzi ipnotizzati dal ritmo incalzante del Rock! Belli da morire. Uno spettacolo nello spettacolo. Facce pulite sotto il trucco da figli del male. Occhi teneri, languidi anche se mascherati da pesantissimi maquillage da Famiglia Addams. Incarnati pallidi e sorridenti. Ragazze di cento chili belle da impazzire coi loro accenti della provincia italiana, strette in completini di pelle e minigonne da dive del burlesque.

Dove siete di giorno ragazzi in nero? In qualche sperduta segreteria di azienda metalmeccanica? A scrivere software per videogames in uffici open-space? In officine di riparazione di Harley con la temperatura sotto lo zero? Non vi si vede in giro di giorno; ah già forse perché siete semivampiri!

In ogni caso grazie ragazzi per i vostri balli, le vostre facce rock, per aver ripetuto a migliaia quell’urlo liberatorio motherfucker rock o sick bubblegum, che come frasi non vogliono dire un accidente di niente ma interpretano la vostra voglia di urlare al mondo che volete il Bene, volete il Meglio, la Musica e stare insieme ad altri come voi. E magari anche a quelli così diversi da voi chi se ne frega, e al diavolo (già) se – per affermare questa legittima aspirazione – utilizzate le parole di un presunto angelo scacciato dal paradiso o magari anche due!

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Mauro Bernini
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