Cain: The Master Clockworks

Come un vento gelido arriva dalla Svezia questo nuovo gruppo che farà innamorare di sé tutti coloro che non resistono a quel metal duro ed un po' melancolico della scena nord-europea.

Cain

The Master Clockworks

(CD, Swedmetal Records)

power metal, alternative metal, epic metal

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master_clockworkIl fatto che, parlando di metal, venga subito in mente la Scandinavia non è una coincidenza. Non ho provato alcuna meraviglia, infatti, nel rendermi conto che è proprio da lì che i Cain fanno arrivare alle nostre orecchie la loro musica. Dalla Svezia, per essere precisi. E ci pensano con The Master Clockworks. Quarto album per il gruppo, formatosi nel 2003. Una gioia dal primo momento.

Band “misteriosa”, questa, della cui biografia si conosce ben poco ed il fatto che, anche in rete, sia poco pubblicizzata è davvero un peccato. Sì, perché Patrik Stomberg (Vocals), Tobias Jonsson (Bass), Andreas Grauffman (Drums), Stefan Runberg  (Keyboards), Joel Eriksson (Guitar) e Pontus Lundin (Guitar) hanno evidentemente puntato molto poco su qualsiasi tipo di divulgazione via internet.

Non c’è bisogno di troppi giri di parole per spiegare questo lavoro. Le sonorità sono dure e passionali allo stesso tempo. Un metal propriamente detto, insomma. Districato su melodie che arrivano a sfiorare delicatamente ma non velatamente il lato epico di questo genere musicale. Le nove tracce scorrono in maniera incalzante, una dopo l’altra, sempre diverse tra loro. Con ritmi precisi e scanditi.

Parti vocali ben costruite fanno da apripista ad un background di keyboards travolgente ed, a tratti, di un gusto prettamente power che trova vita nella title track, la terza, nell’ordine. Ed il fatto che i suoni non siano puliti al cento per cento va ad aumentare il vago alone di mistero sottinteso all’intero lavoro.

Un ottimo prodotto che mi sento di consigliare a chiunque. Soprattutto a coloro che hanno apprezzato ed apprezzano quel metal che viene dal freddo. Quel metal, specialmente, di chi ama Hammerfall, Entwine ed anche Candlemass. Basti ascoltare Intelligence 101 e Breather Field, primo e settimo pezzo, rispettivamente.  Certo, non sarà un long-playing da annoverare negli annali della storia del metal ma, a mio avviso, è una piacevole scoperta per trascorrere poco più di mezz’ora con della buona musica nello stereo.

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