Z-Star: Masochist and Martyrs

Z-Star è considerata la nuova stella del nu-soul jazz mondiale. Torna con il nuovo Masochist and Martyrs: tra psichedelica, sussurri e visioni extra corporee la sua voce soul accarezza il pop

Z-Star

Masochist and Martyrs

(Cd, Muthastar Records)

nu – soul, jazz

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recensione-Z-Star-Masochist-and-MartyrsZ-Star nasce a Londra da genitori originari del Trinidad. E’ figlia d’arte, ed è considerata la nuova stella del nu soul jazz mondiale.

Ora torna con questo nuovo lavoro Masochist and Martyrs – registrato a Romaper l’ etichetta di sua proprietà Muthastar Records – a distanza di sei anni dal precedente e acclamato esordio del 2004 Who loves live.

L’iniziale Tree of life – uno dei pezzi migliori dell’album, uno dei pochi – mescola sapientemente trip hop e nu soul, quasi fosse una b-side rilassata dei Massive Attack, immaginiamo scartata da Del Naja, vista la grandezza della voce a fronte di una pochezza d’arrangiamento scontato che neanche a Sanremo.

La successiva Shiver illumina la voce della Nostra alimentando critiche sulla qualità della scrittura di queste canzoni timide e povere di slancio.

Venus Blues incanta nel suo incidere reggae stupendoci per la versatilità/capacità di Z- Star di passare da un registro all’altro. Trouble Woman si rivela un calderone con dentro Tracy Chapman, un‘orchestra stanca e nemmeno una direzione musicale. L’afro jazz di No Love Lost incanta immediatamente per poi stancare al secondo ascolto.

La finale Evergreen è pura invenzione, tra psichedelica, sussurri e visioni extra corporee colpisce e il talento di Z-Star ci avvolge protettiva ovunque, quasi facendoci dimenticare tutto, dove fino a poco prima ci aveva profondamente annoiato. Una via di mezzo nel complesso.

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Federico Pevere
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