Dj Myke: Hocus Pocus

Fabri Fibra, Max Zanotti, Tormento, Cor Veleno… Sono ventuno gli artisti dell’hip hop e dell’indie rock italiano e ventuno i brani di Hocus Pocus. Un disco dove le sonorità rap, hip hop, funky e reggae si uiscono per dare vita a una miscela esplosiva

Dj Myke

Hocus Pocus

(Cd, Artevox)

hip hop

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È incredibile come un genere musicale possa tingersi di sfumature e di sensazioni differenti. Rispecchiando fedelmente  la società contemporanea, i generi musicali, infatti, si sono riempiti di contaminazioni e di incroci bizzarri. Basta categorie ben definite, ora tutto si riempie di colori e di suggestioni provenienti dagli ambiti più disparati della musica.

Un esempio di questa affascinante mescolanza è Hocus Pocus, il nuovo lavoro di Dj Myke, abilissimo dj meglio conosciuto, in coppia con Dj Aladin, con il nome Men In Skratch. Nel disco le intuizioni brillanti di Dj Myke si uniscono agli stili, diversissimi tra loro, di grandi esponenti dell’hip-hop e dell’indie rock italiano.

Unico filo conduttore di ventuno brani così dissimili tra loro è la stregoneria. Nelle canzoni riecheggia la formula “Hocus Pocus”, e qua e là sono sparsi dei campionamenti de “La Spada nella Roccia” di Walt Disney. In effetti Dj Myke sembra proprio un mago, simile all’apprendista stregone di “Fantasia”, impegnato nel coordinare e nel convogliare in un risultato prodigioso elementi differenti e quindi difficilmente gestibili. Con la differenza che Dj Myke riesce nell’ardua impresa.

Il disco si apre con Hocus Pocus,il duetto più illustre, realizzato con Fabri Fibra; si passa poi alle dilatate atmosfere trip hop di Ti Ucciderò All’Alba, cantata da Max Zanotti, leader dei Deasonika, fino ad arrivare a Il Male È Banale, il brano più indie-rock dell’intero album (solo la sezione ritmica lo riconduce nell’ambito dell’hip-hop), al quale Diego Mancino presta la sua voce profonda e inconfondibile.

I ritmi funky di Tutto Gira Come Deve (in coppia con Turi) e di Un Giorno Diverso, eseguito con Tormento, con i loro ritmi festaioli bilanciano le pennellate cupe impresse da brani come Dentro, canzone traboccante di rabbia, cantata dal rapper napoletano Lucariello. Tra i pezzi più belli dell’album, ce ne sono due dal sapore reggae: sono Funky Town di Babaman e In The Ghetto di Emanuel Kadamawi, ibridati entrambi con elementi rock e rap.

Hocus Pocus è un caleidoscopio di suoni, ritmi, voci e temperamenti, mescolati in uno sgargiante calderone. Magia riuscita.

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Sofia Marelli
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