ZiDima: Buona Sopravvivenza

Quando gli anni ’90 incontrano il 2015: gli ZiDima di Buona Sopravvivenza riportano in superficie un mondo che pensavamo sepolto con le vestigia del secolo scorso e gli danno una bella rinfrescata.

ZiDima

Buona Sopravvivenza

(NelMioNome, I Dischi del Minollo, Rumori in Cantina Records)

rock

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ZiDima- Buona SopravvivenzaChe gli ZiDima fossero una band con qualche anno alle spalle, si capisce al primo ascolto: quel rock che ha trovato l’apice nei gruppi ‘indie’ anni ’90 e che poi in un certo senso si è perso (in qualcuno di più, in qualcuno di meno) per strada dietro a sperimentazioni avanguardistiche. Si sente che le loro radici affondano in quel sottobosco musical-culturale che ha dato nuova linfa al nostro paese. Solo che loro quel finire di secolo se lo sono portati dietro anche nel nuovo millennio e continuano a percorrere la stessa strada, duri e puri. Cambiano formazione di continuo, pubblicano qualche disco e si dedicano a un’intensa attività live.

Buona sopravvivenza è il loro secondo lavoro in studio, un rock grintoso, semplice ma non per questo banale, nel quale trovano spazio le sonorità di un’epoca che non c’è più. Il grunge, il post-rock e una punta di hardcore si fanno strada tra i testi di queste canzoni, intensi e profondi come da un po’ ormai non ci capita di sentire. Il cantato in bilico tra melodia e recitazione, urlato e sapientemente trattenuto, crea attesa ed emozione, accelera e dilata le atmosfere per concedere all’ascoltatore una pausa di riflessione.

Sono molti i rimandi a cui è facile accostarli, tutti rigorosamente contestualizzati nell’ultimo decennio del ‘900: c’è la rabbia degli Afterhours (Inerti, comodi e vermi), i testi di matrice CCCP/CSI nelle parole di Ferretti (L’autodistruzione), il cantato à la Emidio Clementi, la voce di Godano e lo stile interpretativo dei Marlene Kuntz (Yogurt). Ma benché siano tutto questo, gli ZiDima sono anche altro, non dei semplici replicanti privi di originalità. Hanno ascoltato, e tanto, e alla fine hanno fatto loro tutte le caratteristiche più interessanti di un’epoca, con quel pizzico di personalità che li fa risultare – fortunatamente! – credibili.

Sembra strano ascoltare oggi un album del genere, capace comunque di suonare attuale senza essere necessariamente nostalgico o celebrativo. I milanesi ZiDima hanno dalla loro l’esperienza e la volontà (o forse necessità) di staccarsi dalle tendenze del momento portando avanti un progetto e delle sonorità che in Italia ultimamente si fa fatica a trovare. La loro onestà di intenti conquisterà anche i più giovani.

 

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Simona Fusetta
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