The Kooks: Junk of The Heart

The Kooks sono una giovane ma agguerrita band in bilico tra indie-rock e brit-pop, che con questo Junk of The Heart taglia il traguardo del terzo full-length album, più maturo e meno scanzonato dei precedenti

The Kooks

Junk of The Heart

(Cd , Virgin Records)

indie rock, brit-pop

[starreview tpl=16]
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The Kooks: Junk of The HeartThe Kooks, da Brighton, Inghilterra, sono una giovane ma agguerrita e capace band in bilico tra indie-rock e brit-pop, che con questo Junk of The Heart taglia già il traguardo del terzo full-length album. Il passare del tempo e l’accrescersi dell’esperienza (studio e live) ha apportato a una tangibile dose di maturità, che si traduce in un approccio più consapevole e misurato, un po’ meno scanzonato e spensierato dei precedenti Konk del 2008 e Inside In/Inside Out del 2006.

Per questo terzo album Luke Pritchard e compagni confermano dunque l’orecchiabile stile all british che già li contraddistingueva in precedenza, ma lo accompagnano a una prospettiva che appare più disincantata  e a volte quasi nostalgica, nella quale aleggia lo spettro dei primi Police e di un certo Bowie di metà carriera (Mr. Nice Guy).

Junk of The Heart  resta tuttavia in primis un album immediato e di facile ascolto, con l’aspirazione di intrattenere senza eccessivo impegno. La missione in questione può senza dubbio dirsi compiuta, ascoltando allegre e fresche canzoni come How’d you Like That, Is It Me o Runaway, ma anche le più posate e romantiche Taking Pictures of You e Time Above the Earth.

Produce il tutto Tony Hoffer (Beck, Air e Belle & Sebastian), che con nonchalance dona ai The Kooks un feeling spontaneo e solare che impressiona positivamente. Se il terzo disco è considerato il più critico, discograficamente parlando, il gruppo di Brighton è riuscito a confermarsi senza troppe difficoltà.

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