Pat Mastelotto & Tobias Ralph: Toparama

Il duo di batteria del The Crimson ProjeKCt, Pat Mastelotto & Tobias Ralph, pubblica 13 brani strumentali dove la batteria si esalta in mezzo a campionamenti elettronici tra jazz, rock, ambient e psichedelia

Pat Mastelotto & Tobias Ralph

Toparama

(7d Media Records, 2014)

jazz, Ambient, psychedelic rock

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toparamaMentre scrivo questa recensione di Toparama, Pat Mastelotto e Tobias Ralph stanno toccando la nostra Penisola con alcune date insieme ad altri componenti del The Crimson ProjeKCt tour, band che ripropone brani dei King Crimson, leggenda che contribuì ad aprire le porte al rock progressive alla fine degli anni 60. Per celebrare l’evento, Massimo Garofalo mi ha passato questo disco a firma del duo delle pelli, Mastelotto-Ralph, che hanno pubblicato questo loro CD di musica strumentale.

Si tratta di 13 brani in cui i due artisti, coadiuvati da alcuni musicisti tra cui lo storico Tony Levin al basso, sperimentano ritmi di diversi generi che ruotano attorno agli strumenti di percussione. Non abbiamo forme canzone ben definite come al solito, ma un insieme di batterie e drum-machine che si alternano a frammenti elettronici combinati dal sound design di Mastelotto e le idee creative del poliedrico Ralph.

Pat Mastelotto cominciò ad avere successo con Broken Wings quando fondò i Mr Mister, band AOR americana che scalò le classifiche nella prima metà degli anni 80, dovrei avere ancora il vinile di Welcome to the Real World da qualche parte. Poi a seguire passò ai Cock Robin, gruppo pop rock che si fece molto apprezzare, e altre collaborazioni da Al Jarreau a Kenny Loggins ed altri asrtisti di fama internazionale, persino con Bjork.

Tobias Ralph da bambino prodigio ha collaborato con diversi artisti finendo per farsi strada insieme al chitarrista dei King Crimson, Adrian Belew, che gli propose di entrare a far parte dei suoi progetti. Eccellenti musicisti che spaziano dal jazz allo speed, in Toporama sperimentano cadenze ritmiche, assoli sincopati, cambi di marcia, sfoggiando steccate intense su campionamenti, sintetizzatori e chitarre usati come un tappeto sonoro.

Se in Willie’s in the Blackyard assistiamo ad un’introduttiva e misteriosa cavalcata sonora, in NY5 un loop di voci penetra dentro ad un brano ambient che durante i suoi 8 minuti si sviluppa in cambi di passo progressive e creativi frastuoni nervosi che si inseguono nel corso del brano.

Non mancano le impetuose galoppate come nella turbinosa e tribale Sing Sang Sung che si ispira chiaramente alle sonorità barricaderos. Sono ben marcati anche situazioni noise come in Floor Over Heaven e jazz-rock come in Up Heavy, o lo psichedelich-jazz di New O. E’ abbastanza difficile descrivere i brani di batteria non avendo nemmeno mai preso in mano le bacchette e apprezzando i solo di batteria ai concerti rock come momenti di puro spettacolo di intrattenimento.

Qui si fa strada un miscuglio di brani abbastanza variegati e disallineati tra loro, dove la creatività dei due astisti trova terreno fertile in un album difficile da catalogare ma che può essere piuttosto distensivo ascoltandolo durante qualche sessione di lavoro.

 

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Luca Paisiello
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