Meshell Ndegeocello: Comet, come to me

Meshell Ndegeocello torna con un disco a mille stelle, Comet, come to me, una lezione di classe spropositata per una artista che ha fatto dell’anarchia creativa la sua essenza di bellezza

Meshell Ndegeocello

Comet, come to me

soul

(Naive)

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meshell ndegeocelloLa grande artista Michelle Lynn Johnson, in arte Meshell Ndegeocello, non ha mai seguito un istinto artistico che no sia stato il suo, la sua “anarchia” creativa è una dei massimi livelli che la musica di una parte dell’ultimo Novecento ci abbia mai regalato, il suo basso compulsivo, innamorato e free ha testimoniato – nella sua lunga carriera – un modus operandi senza precedenti al quale si piegò anche Madonna che la mise sotto contratto dopo pochi attimi che l’aveva sentita in un club del West End Newyorkese.

Comet, come to me è il nuovo disco, e come sempre Meshell scarta, dribla, sguscia via e taglia corto dai luoghi comuni, dagli album stereotipati con un inizio e una fine, il suo è un percorso con forma e sostanza squadrata, decide lei come e dove essere stilisticamente in quel dato momento; con l’eleganza “nera” che la contraddistingue, l’artista nuota agevolmente ed ipnotizza l’ascolto tra dub, soul, curve jazzly, rock quanto basta, neo-soul, r’n’b’ e spoken word, una miscellanea di timbri e accenti memorabili che fanno innamorare a presa rapida e a cuor aperto. Grande esploratrice di nuove vene musicali da valorizzare, la Ndegeocello ci regala ancora una volta un disco meraviglioso, pieno e stratificato, un fiume in piena di colori e immaginazioni dove tutto è pura magia intima e ancestrale, dove tutto è una forza ammaestrata conservandone, libero, il suo selvaggio spirito.

La ballata caracollante di Good day bad, il ritmo dondolante reggae Forget my name, il neo-soul d velluto della titletrack e Conviction, una Sade in lontananza, Modern time e l’innesco soft rock che Continuous performance rilascia gradualmente, sono le chicche tra le altre chicche che si agitano in questo stupendo lavoro che già dall’iniziale Friends tribal urban dub che apre il tutto mettono in chiaro che la bellezza di un disco non è una probabilità, ma unicamente un fattore di classe suprema.

 

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