Impatto Zero: Mi Odio

Mi Odio raccoglie 5 dei brani di presentazione dei senesi Impatto Zero, generazione pronta al debutto nella massacrante battaglia sonora contro la paura del futuro

Impatto Zero

Mi Odio

(Woodworm)

noise, grunge, punk

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recensione Impatto Zero- Mi OdioDovremmo essere attorno a Siena e dintorni, precisamente a Trequanda. Già abbiamo recensito gruppi toscani di un certo livello, come gli Zen Circus, e giovani leve nei scorsi mesi come i Fast Animals & Slow Kids (i più emergenti tra gli emergenti), quindi non possiamo dire di no ad un quartetto sonico niente male, gli Impatto Zero, 23-25enni attivi dal 2009 che stanno cominciando a farsi un nome in giro, tanto da precedere sul palco Management del Dolore Post Operatorio e Diaframma.

Mi Odio è il loro EP di assaggio, un totale di 5 brani per 18 minuti di furore. L’attacco di Salvami per darvi l’idea è come quello di All Your Lies dei Soundgarden un paio di ottave più sotto, quindi immaginate come picchiano forte questi ragazzi. Il ritornello non è liricamente dei più impegnati, i testi sono chiaramente stretti ed ermetici, ma ha quel mood che ti prende bene, mi passa negli occhi la scena di gente sotto il palco che la canta easy.

La title track ha un minuto irato, poi il brano affonda in un sommesso noise per gridare il tempo perso e gli sfoghi abietti che spesso tiriamo fuori quando non ce la facciamo più. Spettro è il meno felice del lotto, Adesso No è piuttosto speed e travolgente ma non danno quella spinta che trovi invece in Tutto Falso. Un brano tra Teatro degli Orrori e i gloriosi Fluxus. Bene Martin Cantero alla voce, buona la chitarra sbraitante di Iacopo Panfi. Domenico Perugini e Thomas Tarquini del reparto ritmico sudano come bestie. C’è grande armonia tra i quattro e si sente.

Woodworm Label sta credendo in loro e con Andrea Marmorini e il bassista dei FASK Jacopo Gigliotti si son messe su queste tracce e si sta lavorando al primo album. E te lo dico da queste pagine di Rockshock, Domenico (il bassista degli Impatto Zero che mi ha invitato a dare un ascolto a questo lavoro), me lo devi assolutamente far sentire quando sarà pubblicato. Perché mi avete colpito per l’irruenza e la voglia. Poi c’è da lavorare molto sui testi e gli arrangiamenti, fin qui crudi e nervosi come piacciono a me, ma variare un po’ è necessario per cambiare ogni tanto registro, credo che lo sappiate.

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Luca Paisiello
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