Fiumi: The Fat Sea Theme

I Fiumi di The Fat Sea Theme (esordio sulla lunga distanza) hanno i piedi in Italia, ma la testa equamente divisa tra Gran Bretagna e Stati Uniti. Un disco che è un viaggio dall’indie-grunge all’indie pop, il tutto condito da robuste dosi di psichedelia

Fiumi

The Fat Sea Theme

(Autoproduzione)

indie, psy-indie, psy-rock

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fiumi-the-fat-sea-theme-recensioneFiumi è il nome di un quartetto diviso geograficamente tra Bologna, Milano e Ventimiglia. Ma certo non è un problema ai giorni nostri incontrarsi di tanto in tanto e scambiarsi file via Rete. E di certo non è un problema se i risultati sono come quelli raggiunti in questo The Fat Sea Theme.

Piedi in Italia, dicevamo, ma testa equamente divisa tra Gran Bretagna e Stati Uniti, Paesi a cui i “nostri” guardano – musicalmente parlando – per assorbirne vibrazioni da un po’ tutti gli anni ’90, dai Deftones ai Placebo, passando quindi dall’indie-grunge all’indie pop.

The Fat Sea Theme non è però una semplice operazione-nostalgia, bensì un disco “robusto” e di sostanza, frutto di dieci anni passati a maturare un sound e una cifra stilistica sì con influenze ben evidenti, ma allo stesso tempo personale, lucida e magnificamente onirica.

È la stessa cifra stilistica che fa sì che i Fiumi trattengano (ovvie) deflagrazioni chitarristiche a vantaggio di atmosfere decisamente più psichedeliche o cinematiche (a seconda se si preferisce viaggiare a occhi chiusi o ad occhi aperti).

Misuratissime infiltrazioni elettroniche non modernizzano un sound tutto sommato piacevolmente “classico” e… si sa… i classici non passano mai di moda e si fanno ascoltare con piacere a lungo. Così come a lungo ascolteremo i Fiumi.

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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