Davide Matrisciano: Il profumo dei fiori secchi

Il profumo dei fiori secchi è il nuovo album di Davide Matrisciano: traffico di pulsazioni e incentrato su un'elettronica strumentale

Davide Matrisciano

Il profumo dei fiori secchi

(Prehistorik Sounds)

experimental pop rock

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Davide Matrisciano Il profumo dei fiori secchiIl profumo dei fiori secchi è il nuovo album di Davide Matrisciano, per l’etichetta Prehistorik Sounds. Un album particolare e totalmente differente dal precedente Traffico di pulsazioni, maggiormente incentrato su un’elettronica strumentale.

Quest’album, formato da quindici tracce (forse un po’ troppe) è un mix di sonorità che svariano dal pop all’elettronica, dal rock alla sperimentazione. I testi, invece, risentono moltissimo dell’influenza di Franco Battiato e ne ricevono acqua viva, come un serbatoio al quale attingere, salvo in alcuni casi sfiorare il tributo.

I testi, infatti, sono sempre in bilico tra un raffinato cantautorato ed un non-sense che vela soltanto parzialmente, con arzigogoli e sofismi, metafore ingegnose (“Corrente elettronica e papaveri”, “Al di là degli ombrelli”), che tuttavia ricalcano in maniera troppo precisa e sistematica le peculiarità del cantautore siciliano. Davvero interessanti, invece, le tracce di stampo pop-rock come “Legni Bruciati” e “Armonia irreversibile”, sinonimo dell’ottima dose di talento insita in un cantautore che non ama fossilizzarsi in un solo stile, ma ama svariare su più fronti, come dimostra la superba “Soli tra i fiori”, in cui i synth elettronici la fanno da padrone.
Vanno registrati, però, anche alcuni passaggi a vuoto, come “Nero Arcobaleno” e “Sistema Venoso”, le cui ritmiche hanno un vago sapore di Stato Sociale (nel disco di Mastrisciano, non a caso, ha collaborato -tra i tanti- il frontman Lodo Guenzi) da una parte per i suoni e dall’altra per il testo; sia chiaro, sono buone tracce, ma sembrano mancare totalmente di un’autonomia vera e propria.

Nonostante qualche passo falso, Il profumo dei fiori secchi rimane un ottimo disco sotto tutti i punti di vista, da quello della scelta dei riferimenti cantautorali a quella testuale passando poi per la qualità del suono, senza ombra di dubbio la parte migliore di tutta l’opera. Matrisciano dimostra di possedere una dolcezza non indifferente, unita un’ottima abilità nell’utilizzare lo strumento della parola al servizio dell’emozione che, ascoltando queste canzoni, non può non risalire in superficie e risvegliarsi. La musica dovrebbe servire a questo.

 

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