Black Eyed Dog: Kill Me Twice

Kill me twice è il quarto album dei Black Eyed Dog, la band di Fabrizio Parrinello che si muove sapientemente tra new-wawe e indie, elettronica e punk

Black Eyed Dog

Kill Me Twice

(Ghost Records)

indie rock

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Black Eyed Dog: Kill me twiceKill me twice è uno di quegli album che non nascono per caso. Così come, non certo per caso, la strada artistica dei Black Eyed Dog sembra aver trovato la sua direttrice dopo ben quattro album all’attivo e l’innesto di un nuovo batterista, Giusto Correnti,  ad affiancare per alcuni brani la consolidata line-up.

Devo essere sincero, non conoscevo i Black Eyed Dog e allora sono andato a leggermi la biografia sul comunicato stampa che accompagnava l’album.

E ho trovato, pur in un genere musicale lontanissimo da ciò che amo ascoltare di solito, alcuni punti di ispirazione che risultano interesse comune con Fabrizio Parrinello, deus ex machina della band, a partire dalla sua passione per la poetica di Bukowski fino alla sua permanenza prolungata e permeante a Camden.

Se i quartieri delle città fossero dei quadri Chelsea sarebbe sicuramente quello di un manierista, Notthing Hill così snob nel suo aplomb antipaticamente british non sa di niente come quello di un cubista, Piccadilly Circus è la Factory con il suo ritrovo di punk anarchici che lo agghindano come un albero di Natale, West Ham un quadro fatto a casaccio con il colore sprecato sulla tela. E Camden, senza alcun dubbio, quello di un impressionista. Perché nella sua variopinta realtà suburbana ogni pennellata è parte di un insieme ben più complesso ma al tempo stesso ha una forza a sé stante che la rende completamente autonoma.

Proprio come la track-list di questo lavoro che accosta new-wawe e indie, elettronica e punk, in quella che è un’insalata dagli ingredienti pieni di carattere amalgamati con equilibrio o con sbandate perfettamente controllate dalla preziosa produzione artistica di Fabio Rizzo e Hugo Race (Dirtmusic, Bad Seeds).

Heartbreaker è il primo singolo, anticipato da un video diretto da Costanza Quatriglio in una collaborazione vincente che nasce sul grande schermo grazie al film Con il fiato sospeso. 

Second Hand Mother merita un primo ascolto più attento perché il titolo è particolarmente interessante.

Nel complesso tutte le atmosfere sono raffinate e riuscite, i Black Eyed Dog hanno un bel sound, un acronimo particolarmente riuscito e un qualche cosa che li pone un gradino o due sopra i pari genere contemporanei.

 

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