RanestRane: A Space Odissey: part I, Monolith

I RanestRane pubblicano un’opera rock progressive ispirata al celebre film di Stanley Kubrick, tutta in italiano, con la partecipazione di due membri dei Marillon, Hogarth e Rothery

RanestRane

A Space Odissey: part I, Monolith

(Ma.Ra.Cash Records)

progressive, rock opera

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RanestRane- A Space Odissey- part I, MonolithIl quartetto romano dei RanestRane, presente sulla scena musicale dal 1998, non è nuovo a questi concept progressive influenzati dal cinema d’autore. Nei precedenti lavori avevano messo in musica prima l’opera di Nosferatu di Werner Herzog e poi il celebre Shining di Stanley Kubrick, portandoli in tour tramite cine-concerti attraverso spezzoni di film e immagini a corredo della loro musica. Oggi pubblicano il loro terzo concept album stimolato da un altro capolavoro del visionario regista americano: la prima parte di A Space Odissey, chiamata A Space Odissey: part I, Monolith.

Il loro sound è più vicino ai Marillon e ai Genesis piuttosto che ai Pink Floyd, con brani ricchi di pulsazioni e ritmiche incisive capaci di dare vita ad una componente emotiva che lascia il segno. E sono proprio due membri dei Marillon a dare il loro contributo alla realizzazione di questo disco, dove la band presenta brani inediti composti da atmosfere rock sontuose e armoniose cantando in italiano.

L’album si apre con una suite lunga 18 minuti, Semi, dove ci si scontra immediatamente con perpetui cambi di tempo, liriche sognanti, sfarzi strumentali e la presenza del cantante dei Marillon, Steve Hogarth. A seguire i circa quattro minuti di Fluttuerò introdotti da un arpeggio di chitarra. Stazione Orbitante Uno è piuttosto ordinato e sereno in cui si sovrappongono i chiacchiericci tratti dal film in lingua inglese mentre guizzano tra le tastiere.

Il chitarrista di Kayleigh, Steve Rothery, battezza con assoli i brani Materna Luna e Il Monolito di Tycho, mentre Clavius è un soffice brano strumentale con una forte componente acustica. Più aggressiva l’ultima traccia suonata da Rothery, brano conclusivo di quest’opera rock dove la teatralità e la tecnica vocale di Daniele Pomo ci accompagnano in questo viaggio sinfonico misterioso e intrigante.

Il cantante e batterista dei RanestRane è un noto musicista che ha lavorato con Dionne Warwick, Patty Pravo, Mietta ed altri artisti, insegna presso l’istituto di formazione musicale del Saint Louis College of Music e ha collaborato per le musiche di fiction televisive per Rai e Mediaset. Il tastierista Riccardo Romano è autore di musiche per spettacoli teatrali, Maurizio Meo al basso ha lavorato con Bungaro, Jean Michael Byron dei primi Toto e Simona Bencini, mentre il chitarrista Massimo Pomo ha accompagnato in tour diversi interpreti come Tiziana Rivale e Don Backy.

Apprezzati maggiormente all’estero, soprattutto in Giappone, tecnicamente dotati, instancabili compositori, il pregio principale dei RanestRane è di non essere affatto una copia dei loro gruppi ispiratori, ma artisti scrupolosi impegnati a continuare la tradizione del prog italiano con risultati soddisfacenti. A Space Odissey: Monolith è certamente un gradito assaggio di quella che sarà una trilogia.

Sito web: www.ranestrane.net

 

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Luca Paisiello
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